L’UCCELLO
DORATO
C’era
una volta un principe che aveva due occhi verdi che illuminavano il suo volto
come la sua corona tempestata di pietre preziose; indossava un mantello rosso
fuoco con le estremità ricoperte d’oro e una cintura di cuoio che serviva a
sorreggere la spada dentro alla custodia di pelle che apparteneva alla sua
prima preda.
Un
giorno, il principe che amava cacciare, decise di andare nel Bosco Oscuro.
Mentre
il principe camminava senza mai fermarsi, sentì un affascinante canto di donna;
il principe incuriosito e attratto da quel suono melodioso, rispose cantando a sua
volta.
Camminando
e camminando ancora, il principe scoprì che chi cantava era un uccellino dalle
piume dorate: sembrava fosse nato dal sole; le piume d’oro illuminavano il suo
corpo e gli occhi dell’uccellino erano verdi come quelli del principe.
Il
giovane cercò di catturarlo perché voleva capire in quale modo l’uccellino
potesse essere diventato di quel colore e cantare quella melodia così suadente,
ma non ci riuscì perché il volatile in un frullo d’aria si perse nella foresta.
L’uccellino
scappò svolazzando fino al centro del bosco; il ragazzo non voleva fermarsi
quindi continuò ad inseguirlo: più si avvicinava al centro e più il bosco
diventava scuro.
Nebbia
e oscurità attendevano il principe. Camminando e camminando ancora, il principe
ad un certo punto incappò in una torre tutta rovinata; il ragazzo entrò,
pensando di trovare qualcosa da mangiare e un posto dove dormire, perché nel
frattempo erano trascorse diverse ore dal mattino.
L’interno
della torre aveva tutte le finestre rotte con i vetri per terra, le tende nere
strappate dal vento impetuoso, i mobili di legno scheggiati e graffiati. Il
ragazzo, poi, trovò un banchetto di cibo proprio davanti a lui e mangiò tutto. Pensò
dove poteva dormire e, cercando, trovò una stanza, forse quella del padrone; ai
muri c’erano dei quadri di una vecchia signora. Il ragazzo si mise sul letto e
dormì per nove ore.
A
mezzanotte il ragazzo si sveglio perché sentì un rumore minaccioso venire da
fuori; il principe uscì dalla stanza e andò nella sala dove aveva cenato.
Dalla
finestra con i vetri frantumati entrò un serpente alato verde e rosso che disse
al ragazzo: <<Perché sei entrato nella mia torre? Perché hai mangiato
tutto il mio cibo? Adesso io mangerò te!>>
Il
serpente con un balzo afferrò e si attorcigliò attorno ad una gamba del ragazzo.
Il
principe prese la sua spada, la sfilò dalla custodia di pelle e tagliò la coda al
serpente, ma quello non morì.
Il
ragazzo mosse il capo verso l’alto e vide una liana.
<<Tu
morirai!>> gli urlò il principe con coraggio. Prese la liana, si spinse
avanti e indietro e, impugnando la spada con le mani, saltò.
Il
serpente alato volò contro di lui.
<<Tu
morirai!>> gridarono entrambi all’avversario.
Il
serpente mancò il ragazzo, allora lui con la spada riuscì a tagliargli la
testa.
Il
principe, dopo aver ucciso il serpente, sentì di nuovo il canto della donna ed
ecco che dalla finestra arrivò l’uccellino dalle piume d’oro, che si posò sulla
spalla del ragazzo.
<<Cosa
ti porta qui?>> chiese il principe accarezzandolo.
<<Ma
cosa sta succedendo ora?>> si chiese il principe mentre assisteva alla
trasformazione dell’uccellino; infatti, il bosco e la torre diventarono paesaggi
incantati: il bosco si ripopolò di animali, la torre divenne un castello immenso,
le finestre e tutte le stanze mutarono e diventarono bellissime e lussuose.
Infine, l’uccellino divenne una splendida principessa che aveva gli occhi
verdi, un vestito turchino e i capelli biondi.
La
ragazza spiegò al principe perché era diventata un uccellino: <<L’ultima
volta che mi vidi umana ero piccola; una strega, vista la mia bellezza mi trasformò
in un uccellino. Per proteggere la sua torre e per non farsi trovare è
diventata un serpente alato, ma tu sei riuscito a spezzare
l’incantesimo.>>.
Il
principe e la principessa si guardarono e si innamorarono; si sposarono e
decisero di andare ad abitare nel castello dove vissero per sempre felici e
contenti.
^_^
FIABA MODERNA
CAPPUCCETTO BIANCAZZURRA
Tanto tempo fa, viveva in un bell’appartamento, una ragazza di nome Cappuccetto
Biancazzurra. L’avevano chiamata così in onore del suo paese: San Marino.
Un giorno la nonna
chiamò Cappuccetto al cellulare e le chiese:
<< Cappuccetto
non mi sento tanto bene e mi si è rotta l’automobile. Potresti andare a fare la
spesa e portarmela entro stasera?>>.
Cappuccetto rispose:
<<Certo nonna, finisco di studiare e vado subito>>.
La nonna si raccomandò:
<<Stai attenta ad un lupacchiotto molto affamato che in questi giorni si
aggira per la città in cerca di cibo>>.
Finiti i compiti,
Cappuccetto andò in garage e prese il suo monopattino elettrico, poi si diresse
verso la Titancoop. Lungo la strada avvistò il lupo che si aggirava
furtivamente lungo la strada.
Cappuccetto accelerò così
arrivò subito alla Titancoop, dove fece la spesa guardando la lista che
le aveva mandato la nonna su Whatsapp.
Siccome Cappuccetto era
una ragazza molto gentile, comprò una salsiccia a quel lupetto perché le aveva
fatto tenerezza. Pagò alle casse automatiche e uscì; poi con il suo monopattino
si diresse verso casa della nonna per portarle la spesa.
Lungo il tragitto si
accorse che l’animale la stava inseguendo così si fermò per aspettarlo.
Cappuccetto gli disse: << Sei proprio colui che volevo vedere caro amico!
Siccome prima mi hai fatto tenerezza ti ho comprato una salsiccia!>>.
Il lupo quasi commosso le
rispose: <<Grazie, il tuo è un bellissimo gesto; d’ora in poi non
spaventerò più la gente e mi comporterò bene, lo prometto>>.
Cappuccetto sorrise e
annuì felice.
Mentre il lupo si
gustava la salsiccia, la giovane gli chiese se voleva diventare suo amico.
Senza pensarci un attimo lui rispose di sì. Allora lo invitò a salire sul suo
monopattino e insieme andarono dalla nonna.
La donna era un po'
allibita nel vedere la nipote con un lupo, ma lei le spiegò tutto e così capì
che in realtà l’animale era buono.
A casa della nonna
giocarono alla Play Station e assieme si divertirono molto.
Il giorno successivo
Cappuccetto portò il nuovo amico a fare un tour del suo paese: da quel giorno
divennero migliori amici e giocarono sempre insieme.
Mema08
CAPPUCCETTO PIUMA D’ARGENTO
C’era una volta,
Cappuccetto Piuma D’Argento che viveva con la sua tribù su un altopiano nel Far
West.
Gli indiani del
villaggio erano guidati dal capo Piuma D’Oro e il loro accampamento si trovava
lontano dalla città.
Cappuccetto Piuma
D’Argento aveva un desiderio: andare a trovare la nonna Aquila Grigia che
abitava a molte miglia di distanza dal suo villaggio.
Nel giorno del suo
undicesimo compleanno, il Capo indiano decise di mandare Piuma D’Argento dalla
nonna per consegnarle un dono. La bambina doveva dimostrare, con questa prova,
di essere in grado di cavarsela da sola perché non era mai andata così lontano
da casa.
Piuma D’Oro le spiegò
che avrebbe incontrato diversi pericoli lungo il suo cammino, oltre a persone e
animali mai visti. Le storie raccontate dagli anziani del villaggio l’avrebbero
aiutata a superare gli ostacoli.
Giunse il giorno della
partenza; di buon’ora prese il suo fagotto con dentro il dono per la nonna e
andò incontro alla sua avventura.
Cappuccetto camminava
felice lungo il sentiero quando, ad un tratto, sentì dei colpi di pistola.
Subito si nascose dentro un grosso albero cavo e vide dei banditi che venivano
inseguiti da uno sceriffo. Questi, fuggendo a cavallo, con la polvere degli
zoccoli coprirono la bambina salvandola dal pericolo.
Cappuccetto si ripulì
e riprese il suo cammino.
La notte si avvicinava
e faceva sempre più freddo: i suoi dentini cominciavano a battere tra loro.
Questo rumore arrivò all’orecchio di un vecchio lupo randagio chiamato
“Solitario”: <<Che bel bocconcino>>, disse tra sé e sé e piano
piano si avvicinò alla bambina.
Solitario, con un
salto si mise di fronte a Cappuccetto che fece un balzo e cadde all’indietro
dalla paura.
<<Ciao bella
bambina! Cosa fai qui tutta sola? >>, le disse l’animale.
Con la voce tremante, lei
rispose: << Devo andare a trovare la nonna Aquila Grigia nel suo villaggio>>.
Il lupo a quel punto
disse: << Cosa porti in quel bel fagottino? >>.
Lei rispose: <<
Un dono prezioso per la mia cara nonna >>.
Solitario salutò la
bambina fingendo di aver altro da fare e pensò:<< Due bocconcini sono
meglio di uno! >>.
Cappuccetto Piuma
D’Argento riprese il suo cammino e con passi veloci arrivò alla tenda della
nonna Aquila Grigia: si videro da lontano e si corse incontro abbracciandosi
calorosamente, perché era passato parecchio tempo dall’ultima volta che si
erano incontrate; dai loro occhi scesero delle lacrime di gioia che bagnarono
il fagotto.
Questo si aprì
improvvisamente e apparve il dono: una punta di freccia d’argento che brillò
con uno strano scintillio. In quell’istante la tenda si squarciò e l’ombra
enorme del lupo coprì Cappuccetto. La nonna prontamente afferrò la freccia e lo
trafisse al cuore: Solitario cadde a terra morto.
Aquila Grigia insegnò
alla nipote come scuoiare dalla pelle un animale.
Il lupo diventò così un
bellissimo tappeto che Piuma D’Argento portò in dono a Piuma D’Oro come prova
del suo viaggio e del coraggio dimostrato.
Tornando al suo
villaggio, Cappuccetto fu accolta con una grande festa e visse a lungo felice e
contenta.
Il Corvo Nero
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