sabato 1 febbraio 2020

Alcuni racconti scritti da noi e scelti per voi !! Buona lettura...


L’UCCELLO DORATO

C’era una volta un principe che aveva due occhi verdi che illuminavano il suo volto come la sua corona tempestata di pietre preziose; indossava un mantello rosso fuoco con le estremità ricoperte d’oro e una cintura di cuoio che serviva a sorreggere la spada dentro alla custodia di pelle che apparteneva alla sua prima preda.
Un giorno, il principe che amava cacciare, decise di andare nel Bosco Oscuro.
Mentre il principe camminava senza mai fermarsi, sentì un affascinante canto di donna; il principe incuriosito e attratto da quel suono melodioso, rispose cantando a sua volta.
Camminando e camminando ancora, il principe scoprì che chi cantava era un uccellino dalle piume dorate: sembrava fosse nato dal sole; le piume d’oro illuminavano il suo corpo e gli occhi dell’uccellino erano verdi come quelli del principe.
Il giovane cercò di catturarlo perché voleva capire in quale modo l’uccellino potesse essere diventato di quel colore e cantare quella melodia così suadente, ma non ci riuscì perché il volatile in un frullo d’aria si perse nella foresta.
L’uccellino scappò svolazzando fino al centro del bosco; il ragazzo non voleva fermarsi quindi continuò ad inseguirlo: più si avvicinava al centro e più il bosco diventava scuro.
Nebbia e oscurità attendevano il principe. Camminando e camminando ancora, il principe ad un certo punto incappò in una torre tutta rovinata; il ragazzo entrò, pensando di trovare qualcosa da mangiare e un posto dove dormire, perché nel frattempo erano trascorse diverse ore dal mattino.
L’interno della torre aveva tutte le finestre rotte con i vetri per terra, le tende nere strappate dal vento impetuoso, i mobili di legno scheggiati e graffiati. Il ragazzo, poi, trovò un banchetto di cibo proprio davanti a lui e mangiò tutto. Pensò dove poteva dormire e, cercando, trovò una stanza, forse quella del padrone; ai muri c’erano dei quadri di una vecchia signora. Il ragazzo si mise sul letto e dormì per nove ore.
A mezzanotte il ragazzo si sveglio perché sentì un rumore minaccioso venire da fuori; il principe uscì dalla stanza e andò nella sala dove aveva cenato.
Dalla finestra con i vetri frantumati entrò un serpente alato verde e rosso che disse al ragazzo: <<Perché sei entrato nella mia torre? Perché hai mangiato tutto il mio cibo? Adesso io mangerò te!>>
Il serpente con un balzo afferrò e si attorcigliò attorno ad una gamba del ragazzo.
Il principe prese la sua spada, la sfilò dalla custodia di pelle e tagliò la coda al serpente, ma quello non morì.
Il ragazzo mosse il capo verso l’alto e vide una liana.
<<Tu morirai!>> gli urlò il principe con coraggio. Prese la liana, si spinse avanti e indietro e, impugnando la spada con le mani, saltò.
Il serpente alato volò contro di lui.
<<Tu morirai!>> gridarono entrambi all’avversario.
Il serpente mancò il ragazzo, allora lui con la spada riuscì a tagliargli la testa.
Il principe, dopo aver ucciso il serpente, sentì di nuovo il canto della donna ed ecco che dalla finestra arrivò l’uccellino dalle piume d’oro, che si posò sulla spalla del ragazzo.
<<Cosa ti porta qui?>> chiese il principe accarezzandolo.
<<Ma cosa sta succedendo ora?>> si chiese il principe mentre assisteva alla trasformazione dell’uccellino; infatti, il bosco e la torre diventarono paesaggi incantati: il bosco si ripopolò di animali, la torre divenne un castello immenso, le finestre e tutte le stanze mutarono e diventarono bellissime e lussuose. Infine, l’uccellino divenne una splendida principessa che aveva gli occhi verdi, un vestito turchino e i capelli biondi.
La ragazza spiegò al principe perché era diventata un uccellino: <<L’ultima volta che mi vidi umana ero piccola; una strega, vista la mia bellezza mi trasformò in un uccellino. Per proteggere la sua torre e per non farsi trovare è diventata un serpente alato, ma tu sei riuscito a spezzare l’incantesimo.>>.
Il principe e la principessa si guardarono e si innamorarono; si sposarono e decisero di andare ad abitare nel castello dove vissero per sempre felici e contenti.   

^_^

FIABA MODERNA

CAPPUCCETTO BIANCAZZURRA

Tanto tempo fa, viveva in un bell’appartamento, una ragazza di nome Cappuccetto Biancazzurra. L’avevano chiamata così in onore del suo paese: San Marino.
Un giorno la nonna chiamò Cappuccetto al cellulare e le chiese:
<< Cappuccetto non mi sento tanto bene e mi si è rotta l’automobile. Potresti andare a fare la spesa e portarmela entro stasera?>>.
Cappuccetto rispose: <<Certo nonna, finisco di studiare e vado subito>>.
La nonna si raccomandò: <<Stai attenta ad un lupacchiotto molto affamato che in questi giorni si aggira per la città in cerca di cibo>>.
Finiti i compiti, Cappuccetto andò in garage e prese il suo monopattino elettrico, poi si diresse verso la Titancoop. Lungo la strada avvistò il lupo che si aggirava furtivamente lungo la strada.
Cappuccetto accelerò così arrivò subito alla Titancoop, dove fece la spesa guardando la lista che le aveva mandato la nonna su Whatsapp.
Siccome Cappuccetto era una ragazza molto gentile, comprò una salsiccia a quel lupetto perché le aveva fatto tenerezza. Pagò alle casse automatiche e uscì; poi con il suo monopattino si diresse verso casa della nonna per portarle la spesa.
Lungo il tragitto si accorse che l’animale la stava inseguendo così si fermò per aspettarlo. Cappuccetto gli disse: << Sei proprio colui che volevo vedere caro amico! Siccome prima mi hai fatto tenerezza ti ho comprato una salsiccia!>>.
Il lupo quasi commosso le rispose: <<Grazie, il tuo è un bellissimo gesto; d’ora in poi non spaventerò più la gente e mi comporterò bene, lo prometto>>.
Cappuccetto sorrise e annuì felice.
Mentre il lupo si gustava la salsiccia, la giovane gli chiese se voleva diventare suo amico. Senza pensarci un attimo lui rispose di sì. Allora lo invitò a salire sul suo monopattino e insieme andarono dalla nonna.
La donna era un po' allibita nel vedere la nipote con un lupo, ma lei le spiegò tutto e così capì che in realtà l’animale era buono.
A casa della nonna giocarono alla Play Station e assieme si divertirono molto.
Il giorno successivo Cappuccetto portò il nuovo amico a fare un tour del suo paese: da quel giorno divennero migliori amici e giocarono sempre insieme.

Mema08

CAPPUCCETTO PIUMA D’ARGENTO

C’era una volta, Cappuccetto Piuma D’Argento che viveva con la sua tribù su un altopiano nel Far West.
Gli indiani del villaggio erano guidati dal capo Piuma D’Oro e il loro accampamento si trovava lontano dalla città.
Cappuccetto Piuma D’Argento aveva un desiderio: andare a trovare la nonna Aquila Grigia che abitava a molte miglia di distanza dal suo villaggio.
Nel giorno del suo undicesimo compleanno, il Capo indiano decise di mandare Piuma D’Argento dalla nonna per consegnarle un dono. La bambina doveva dimostrare, con questa prova, di essere in grado di cavarsela da sola perché non era mai andata così lontano da casa.
Piuma D’Oro le spiegò che avrebbe incontrato diversi pericoli lungo il suo cammino, oltre a persone e animali mai visti. Le storie raccontate dagli anziani del villaggio l’avrebbero aiutata a superare gli ostacoli.
Giunse il giorno della partenza; di buon’ora prese il suo fagotto con dentro il dono per la nonna e andò incontro alla sua avventura.
Cappuccetto camminava felice lungo il sentiero quando, ad un tratto, sentì dei colpi di pistola. Subito si nascose dentro un grosso albero cavo e vide dei banditi che venivano inseguiti da uno sceriffo. Questi, fuggendo a cavallo, con la polvere degli zoccoli coprirono la bambina salvandola dal pericolo.
Cappuccetto si ripulì e riprese il suo cammino.
La notte si avvicinava e faceva sempre più freddo: i suoi dentini cominciavano a battere tra loro. Questo rumore arrivò all’orecchio di un vecchio lupo randagio chiamato “Solitario”: <<Che bel bocconcino>>, disse tra sé e sé e piano piano si avvicinò alla bambina.
Solitario, con un salto si mise di fronte a Cappuccetto che fece un balzo e cadde all’indietro dalla paura. 
<<Ciao bella bambina! Cosa fai qui tutta sola? >>, le disse l’animale.
Con la voce tremante, lei rispose: << Devo andare a trovare la nonna Aquila Grigia nel suo villaggio>>.
Il lupo a quel punto disse: << Cosa porti in quel bel fagottino? >>.
Lei rispose: << Un dono prezioso per la mia cara nonna >>.
Solitario salutò la bambina fingendo di aver altro da fare e pensò:<< Due bocconcini sono meglio di uno! >>.
Cappuccetto Piuma D’Argento riprese il suo cammino e con passi veloci arrivò alla tenda della nonna Aquila Grigia: si videro da lontano e si corse incontro abbracciandosi calorosamente, perché era passato parecchio tempo dall’ultima volta che si erano incontrate; dai loro occhi scesero delle lacrime di gioia che bagnarono il fagotto.
Questo si aprì improvvisamente e apparve il dono: una punta di freccia d’argento che brillò con uno strano scintillio. In quell’istante la tenda si squarciò e l’ombra enorme del lupo coprì Cappuccetto. La nonna prontamente afferrò la freccia e lo trafisse al cuore: Solitario cadde a terra morto.
Aquila Grigia insegnò alla nipote come scuoiare dalla pelle un animale.
Il lupo diventò così un bellissimo tappeto che Piuma D’Argento portò in dono a Piuma D’Oro come prova del suo viaggio e del coraggio dimostrato.
Tornando al suo villaggio, Cappuccetto fu accolta con una grande festa e visse a lungo felice e contenta.

Il Corvo Nero



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