sabato 18 aprile 2020

PROGETTO " LEGGIAMO PER VIAGGIARE" - IL DIAMANTE ROSA

QUINTO APPUNTAMENTO CON IL PROGETTO " LEGGIAMO PER VIAGGIARE"

Per evadere dalla realtà, per viaggiare in un mondo lontano e per visitare un castello tetro e cupo, seguite l'elfo Giwi ma attenti, non lasciatevi spaventare da Mosis!

IL DIAMANTE ROSA

Nel paese di Romfield viveva la bellissima principessa Arianna figlia del Re Tavos, che fin da piccola venne trasformata in un ermellino polare da un incantesimo della strega Iramnes, perché era gelosa della sua bellezza.
Solo il prezioso diamante rosa custodito nel castello di Blackwood poteva rompere l’incantesimo: esso, però, doveva essere riunito alla corona da cui era stato sottratto molti anni prima.
Il Re, dopo aver provato per anni ad annullare l’incantesimo grazie all’aiuto di tutti i maghi del regno, chiese al piccolo elfo Giwi, suo fedele amico, di partire per andare a prendere il diamante, poiché essendo molto piccolo sarebbe riuscito a fuggire dal cane feroce a cinque teste che faceva da guardia al castello di Blackwood.
Il Re gli donò una corazza impenetrabile per difenderlo dai numerosi pericoli che lo attendevano.
L’elfo, come segno di obbedienza al suo re, accettò il pericoloso incarico anche a costo della propria vita.
L’elfo Giwi corse a casa dalla sua famiglia per avvisarli dell’incarico che il Re gli aveva affidato; dopo averli salutati ed aver preso delle scorte di cibo, la madre gli donò un amuleto porta fortuna per proteggerlo dagli Spiriti Maligni della foresta.
Si stava facendo buio quando Giwi partì, assieme al suo cavallo verso il castello di Blackwood.
Prima di tutto, dovette attraversare un’impervia montagna, per poi arrivare ad un impetuoso fiume che dovette attraversare usando dei tronchi che trovò sulla sponda.
Stanco e infreddolito arrivò ad un piccolo paesino abbandonato, che si affacciava sulla foresta di Gernidos. In questo villaggio vivevano due anziani abitanti che condivisero il loro cibo con Giwi, poi, per la notte, trovò un piccolo prato con l’erba alta dove dormì profondamente per alcune ore; si svegliò presto al mattino per proseguire nella sua missione.
Dopo ore di cammino, giunse alla foresta di Gernidos. Si addentrò nell’immensa distesa di alberi e vide una grande cascata color arcobaleno: rimase affascinato da quello spettacolo. Andò più avanti e sentì dei rumori fra i cespugli dove si intravedevano due giganteschi occhi verdi e fluorescenti, e poco dopo uscì MOSIS il guardiano della foresta.
Quando vide Giwi, Mosis richiamò Ckelovis, il suo terrificante orso, per ucciderlo. L’elfo lo pregò di lasciarlo andare perché aveva una importante missione da compiere, ma Mosis disse che se voleva continuare il viaggio doveva prima combattere contro l’orso.
Giwi non aveva scelta, così cominciò la battaglia; aveva poche speranze di vincere contro il terribile orso, ma si ricordò dell’amuleto che gli aveva donato la madre e che gli tornò utile.
Subito colpì l’orso alla testa che cadde e, prima che si riuscisse a rialzare, Giwi scappò via velocemente. L’amuleto lo aveva aiutato rendendolo forte come l’avversario. Mosis non potè faro altro che lasciarlo andare poiché aveva vinto il duello.
Questa non fu che la prima prova, il povero elfo trovò molti altri ostacoli lungo il tragitto, come gli alberi animati con radici lunghissime che cercavano di farlo cadere e serpenti velenosissimi che sputavano fuoco; li affrontò tutti con coraggio e determinazione senza mai dimeticare la propria missione di aiutare la principessa.
Sempre assieme al fidato cavallo dovette attraversare infinite siepi di rovi con spini lunghissimi e, dopo averli superati dandogli fuoco, giunsero in una caverna; Giwi e il suo cavallo entrarono, la esplorarono e fu così che Giwi scoprì un’uscita segreta che sbucava proprio davanti al castello di Blackwood.
Uscito dalla caverna si mise la sua corazza impenetrabile perché il re gli aveva raccontato che un feroce cane custodiva l’ingresso al castello. C’era una lunga scala che portava alla grande porta; il castello era tetro e cupo, buio e inquietante. Se si alzava lo sguardo si vedevano i grandi occhi rossi del cane che scrutavano l’orizzonte. Giwi si fece forza e riuscì ad arrivare dentro il castello di Blackwood solo grazie alla corazza impenetrabile, alla sua agilità e astuzia, che gli permisero di ingannare l’orrendo cane.
Quando entrò nella sala più grande, davanti a lui c’era uno scrigno d’oro contenente il diamante: scoprì che per aprirlo serviva una chiave. Allora Giwi senza rendersene conto, inciampò in una pietra sconnessa del pavimento, sotto cui inaspettatamente trovò una chiave; così Giwi la provò e si accorse che proprio quella giusta per aprire lo scrigno.
Vide il diamante rosa davanti ai suoi occhi; Giwi lo prese e lo mise nella sua sacca. Era molto incuriosito e decise di andare ad ispezionare il castello; trovò un collare magico per il suo cavallo, glielo mise e incredibilmente si trasformò in un unicorno alato.
Giwi allora gli salì in groppa e grazie al collare riuscirono a tornare a casa sani e salvi in poco tempo, volando sulla foresta di Gernidos. Fu così che Giwi riuscì a riportare il diamante rosa alla principessa e, una volta inserito al suo posto nella corona, l’incantesimo si spezzò liberando la splendida principessa Arianna dall’incantesimo che la teneva prigioniera.
Per ringraziare Giwi della sua impresa il Re e tutti i sudditi lo onorarono per giorni.
Giwi, ormai anziano, ama raccontare questa storia ai suoi nipoti.








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