LA LUCE ACCESA
Erano le tre di notte in punto quando mi svegliai di soprassalto per un forte rumore. Presi la prima cosa che trovai per le mani presi coraggio e mi alzai dal letto. Con le gambe tremolanti mi avvicinai alla finestra della mia camera e vidi la luce della vecchia casa Usher accesa. Rimasi particolarmente sorpresa dato che non ci entrava nessuno da molto tempo. Giravano voci che casa Usher fosse infestata e che ci fosse un pagliaccio. Non diedi importanza alla cosa e mi rimisi a letto. Dopo circa un’ora sentii un forte botto, mi rialzai mi riaffacciai alla finestra. La luce di casa Usher era spenta e il cancello d’ingresso ancora perfettamente sigillato. Così esclusi totalmente l’idea che qualcuno ci fosse entrato. Feci un respiro profondo, presi una torcia e uscii dalla mia camera. Pensavo che tutti fossero svegli. Con stupore notai che nessuno girava per casa. Lasciai perdere. Mi diressi verso la porta d’ingresso e uscii nel giardino, incamminandomi verso la casa stregata. Alzai lo sguardo e vidi il possente cancello di casa Usher. Era arrugginito, ma ancora perfettamente chiuso da un enorme lucchetto. Con un po’ di fatica scavalcai la recinzione e correndo mi diressi al portone. Mi fermai a pensare. Presi coraggio e appoggiai la mano su una debole maniglia. Spinsi la porta, paralizzata, rimasi a fissare l’enorme sala popolata da fantasmi e creature mai viste. Stavo per andarmene quando uno strano essere mi cadde addosso facendomi svenire. Mi risvegliai legata ad un’assa di legno in una strana stanza. Cercai di liberarmi senza successo quando in un angolo vidi lui, IL PAGLIACCIO. Era piccolo con le mani insanguinate e i piedi grandi. A fianco a lui c’era un coltello, non si muoveva. Terrorizzata tirai fuori una vecchia spilla e, con fatica, riuscii a tagliare le corde. Mi alzai, contemporaneamente anche il pagliaccio si mosse e afferrò il coltello io accelerai il passo e fortunatamente lui riuscì solo a farmi un taglio sulla caviglia. Senti un rumore assordante, e come per magia mi risvegliai in camera mia. Era stato tutto un sogno, che sollievo! Il forte rumore che avevo udito era in realtà la mia sveglia che però stranamente era impostata per le tre di notte. Non riuscendo a prendere sonno, mi alzai dal letto mi avvicinai alla finestra. Sollevai la tapparella. Nel mentre sentii bruciare la caviglia, alzai i pantaloni del pigiama e notai che avevo la stessa identica ferita del sogno, terrorizzata guardai fuori e vidi… CHE LA LUCE DI CASA USHER ERA ACCESA!
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